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          | I Borgia 
                
               
                 
                  | Scuola tedesca,fine del XV secolo
 olio su tavola
 Digione, Musée des Beaux-Arts
 | Papa Alessandro VI | Scuola spagnolaCittà del Vaticano, pinacoteca vaticana
 |  Tre immagini della stessa persona, 
                Rodrigo Borgia (1432-1503), uomo ricco e potente, già cardinale 
                nel 1456, divenne Papa Alessandro VI grazie ai voti comprati con 
                moneta sonante. 
                Nel conclave diviso tra Giuliano della Rovere e Ascanio Sforza, 
                nell’anno in cui Cristoforo Colombo scoprì l’America 
                (1492) l’ispanico Borgia, come già suo zio Alfonso 
                (papa Calisto III) ottiene l’attesa fumata bianca. 
                La sua vita ed il periodo del suo pontificato sono l’emblema 
                del lusso trasformato in lussuria, delle congiure, di violente 
                passioni amorose e di misteriose morti per avvelenamento. 
                 
                Da Vannozza Cattanei, sua amante ufficiale per 40 anni, ebbe quattro 
                figli, Cesare detto “il Valentino”, Cardinale ad appena 
                a 19 anni e la bella bionda Lucrezia furono i figli più 
                legati alla fortuna ed al destino del padre, da lui spesso 
                manovrati come pedine per sete di potere. 
                Ancor prima di divenire Papa, Rodrigo abbandona la nobildonna 
                romana Vannozza per Giulia Farnese detta “La Bella” 
                di 40 anni più giovane e che probabilmente gli diede un’altra 
                figlia (Lara).
               
                
                  | Luca Longhi Dama con liocorno (Giulia Farnese?) Olio su tavola Roma, 
                      Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, Stanza di Paolo III
 | Girolamo 
                      Savonarola il frate che osò denunziare con ostinazione 
                      e sfrontatezza il degrado e l’immoralità del 
                      Papa, pagò a prezzo della sua vita la palese avversità 
                      al Pontefice.Morì non cedendo alle minacce del Papa, in Piazza 
                      della Signoria a Firenze.
 Dapprima impiccato, il cadavere dell’indomito frate 
                      fu poi arso nel fuoco e le ceneri disperse nell’Arno.
 In questa fase del periodo rinascimentale 
                      anche il popolo non poteva esprimere liberamente il 
                      proprio pensiero.Le chiacchiere, i pettegolezzi, i riprovevoli fatti e misfatti 
                      e le tante prepotenze subite non avevano perciò 
                      libero sfogo.
 Pasquino, la famosa statua parlante di Roma risolse il problema 
                      nella capitale con i famosi bigliettini, attaccati anonimamente alla 
                      barbuta statua.
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                Imola, Forlì, Pesaro, 
                Faenza, Piombino ed altre città sotto l’influenza 
                di Venezia capitolano al suo volere spingendo la sua fame indomita 
                di conquista sino alle terre di Napoli. 
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                      La prima "pasquinata" conosciuta è 
                        del 13 agosto 1501 e facendo riferimento al toro impresso 
                        nello stemma di papa Alessandro VI Borgia, denuncia le 
                        sue dissolutezze giocando sulle virgole della frase.."Praedixi tibi papa quod esses" citazione che 
                        lasciava intendere:
 -Predissi che saresti stato un papa bue
 -Predissi, o bue, che saresti stato un papa
 ed infine poteva essere tradotto in Ti predissi, o papa, 
                        che saresti stato un bue.
 Il principe Cesare fu spesso usato come sicario dal 
                        padre in intrighi di veleno e spada.Fu definito dalle sue numerose donne e cortigiane "l’uomo 
                        più bello del secolo, con occhi simili a stelle" 
                        e tutte, lascive.. cedevano al suo fascino.
 |   Bartolomeo della Porta"Frate 
                      Girolamo Savonarola" Firenze, Convento di S. Marco |   
                  | 
                       
                        |  "Pasquino" Busto di scultura ellenistica
 Roma, Piazza Pasquino
 | Condottiero 
                            ambizioso e determinato, Cesare fu "Il Principe" 
                            amato e descritto dal Macchiavelli come il "salvatore 
                            vittorioso" a cui era concesso ogni mezzo per 
                            raggiungere il fine.Abbandona nel 1498 la porpora cardinalizia per legarsi 
                            in matrimonio con Carlotta D’Albert (1499), 
                            cugina del re di Francia, ottenendo ducato e titolo 
                            di "Valentino".
 Soldato valoroso, fece incidere sulla sua spada arabescata 
                            "iacta est alea" trasponendo la famosa frase 
                            di Giulio Cesare.
 Il suo motto ed elogio funebre non celava le 
                            sue ambizioni "o Cesare o nulla"; questo 
                            infatti fu il suo destino.
 Legato a Luigi XII re di Francia nella conquista di 
                            Milano, il "Valentino" fu il conquistatore 
                            di Romagna.
 |  |  Dopo la morte del padre e l’avvento al papato di Giulio 
                II della Rovere, acerrimo nemico dei Borgia, tramonta il sogno 
                del conquistatore.
 
                
                  | Valentino, già 
                    malato di sifilide, il "mal Francioso" che 
                    abilmente mascherava nel barbuto viso e con i guanti alle 
                    mani, morì da condottiero dopo due prigionie e rocambolesche 
                    evasioni in un’imboscata nei dintorni di Pamplona, in 
                    terra di Spagna. Lucrezia, donna bellissima dai capelli del colore dell'oro, è la seducente vittima di un padre che la usava come "pegno" per matrimoni che lo arricchivano di prestigio e potere.
 Dove nulla poteva"Il Valentino" con gli intrighi 
                    e la celebre "Cantarella", bianca pozione velenosa, 
                    faceva breccia Lucrezia, vivente arma di seduzione in 
                    balia del padre.
 Lucrezia sposa a 13 anni Giovanni Sforza, ma
 |  "Duca Valentino" |  
                il matrimonio è annullato nel 1497 dal Papa e nell’anno 
                  1498 scopre in convento la sua prima, discussa gravidanza. Suo 
                  fratello Cesare le uccide il secondo marito, Duca Alfonso di 
                  Bisceglie e nonostante la sua pessima fama di donna "viziosa", 
                  fama per cui fu accusata anche di concubinaggio col padre,Lucrezia è ritenuta idonea dalla corte Ferrarese 
                  per un buon matrimonio d’affari con il duca Alfonso d’Este.
 Alla corte Ferrarese, trovando serenità e pace, diede 
                  a suo marito 9 figli ed un forte impulso a letterati ed artisti 
                  dell’epoca, tra i quali il Tiziano, il Bembo ed infine 
                  l’Ariosto il quale esalta le virtù della sua protettrice 
                  nell’Orlando Furioso.
 Lucrezia donna abile e scaltra muore dopo l'ultimo parto, 
                  a soli 39 anni nel 1519.
 Durante l’intreccio degli eventi della potente famiglia 
                  è doveroso riconoscere ai Borgia una protezione 
                  e generosità verso gli artisti dell’epoca.
 Artisti come il Pinturicchio seppur nella laicità della 
                  sua pittura, Michelangelo, Tiziano, Raffaello ecc. legano le 
                  proprie valenti opere artistiche alla potente 
                  famiglia Borgia.
 Lo stesso Copernico fu invitato da Alessandro VI e tenne in 
                  Italia delle conferenze.
   di Raniero Pedica |  |  |